IL CIELO NON È IL LIMITE

JULES SCOGNA

Dan Schack, l’intervistatore e autore dell’articolo originale in inglese, è un drill designer e istruttore al DCI, al WGI e al BOA. Adesso lavora per gruppi competitivi come i Crossmen Drum and Bugle Corps, i Cadets Winter Percussion, i Rhythm X e altri gruppi di percussioni a livello scolastico nell’area di Dayton, Ohio. Si è laureato in inglese all’università del Connecticut ed è un rappresentante del servizio clienti della Fred J. Miller, Inc. Dan collabora anche con il Winter Guard International dal 2012 come giornalista libero professionista. L’idea di intervistare Jules Scogna nasce dalla volontà di dimostrare ai ragazzi lettori che non solo è possibile lavorare e marciare in un gruppo competitivo, ma soprattutto l’educazione che i drum corps e i gruppi di questa disciplina danno è un aiuto fondamentale per avere successo nella vita.

Nel mondo “marching” è risaputo che i performers coinvolti nel Winter Guard International e nel DCI sono persone eccezionali. Ogni anno, ai contests regionali del WGI e ai campionati mondiali DCI, musicisti e color guards dai 13 ai 23 anni mostrano il proprio talento a migliaia di persone. Tutto ciò richiede coraggio, fiducia e passione. Può essere molto snervante avere uno staff che ti segue per mesi e mesi di lavoro e pratica, culminanti in una sola performance, ma pochi sosterrebbero che le loro vite non siano state cambiate completamente da queste esperienze.

Ma com’è essere guardato da tutto il mondo? Jules Scogna, un alumnus (ex studente) della Upper Darby High School , membro degli United Percussion e dei Rhythm X, conosce molto bene questa sensazione. Oggi Jules è un impiegato, ma anche una personalità importante, della Blue Origin, una famosa compagnia aerospaziale.
Recentemente il WGI ha contattato Jules per intervistarlo sul suo lavoro con la Blue Origin e sulla sua storia al Winter Guard International, per capire come la sua passione e la sua esperienza abbiano potuto esprimersi in due campi così diversi.

Qual è la tua esperienza negli indoor percussion? Dove hai marciato e per quanti anni? Dove hai insegnato?
La mia carriera al WGI è iniziata alla Upper Darby High School (2003-2006), quando eravamo al PSO. Negli anni del College suonavo la marimba negli United Percussion. Nel 2007, mio primo anno, abbiamo vinto il PIO e nel 2008 siamo andati al PIW. Nelle due ultime stagioni ho suonato la marimba nei Rhythm X. Abbiamo vinto il PIW nel 2009 con lo show “Touch”. Nel 2010 ero capo sezione in “Inspired”, che è stato uno dei miei shows preferiti.
La mia carriera al DCI è iniziata nei Seattle Cascades Drum & Bugle Corps nel 2006. In un anno “sabbatico”, il 2007 ho lavorato in un laboratorio di ricerca. Nei due anni successivi ho suonato la marimba nei Cadets Drum & Bugle Corps, concludendo la mia esperienza (ero infatti un age-out) con “West Side Story”.
In seguito, ho insegnato un anno nei Raiders Drum & Bugle Corps (DCI, Open Class 2010). Dal 2011 al 2013 ho seguito il Front Ensemble dei Crossmen Drum & Bugle Corps, coi quali abbiamo meritato la Finale del DCI nel 2012. Ho lavorato anche con il Front Ensemble dei Cadets nel 2012 e nel 2013. Nel frattempo ho insegnato alla Coatesville HS e alla Upper Darby HS.

Come sei stato coinvolto nell’attiovità dell’Indoor Percussion?

JULES SCOGNA
JULES SCOGNA

Mi sono in effetti interessato alla musica molto tardi, ed è solo grazie ad un amico che aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse per un progetto nelle Scuole Superiori, che fui coinvolto nel campo delle drumline. Quando suonai la prima volta ero uno studente e fu terribile. Ci volle un po’ di tempo per studiare ritmi, scale e la teoria di base della musica. All’epoca facevo varie attività a scuola come calcio e teatro ma alla fine suonare le percussioni divenne il mio principale obiettivo. Arrivai al punto di comprare una marimba e iniziare ad allenarmi per 6/8 ore al giorno, malgrado il disaccordo dei miei genitori. Allenarmi tutti i giorni per molte ore fu quello che mi portò a far parte dei Rhythm X e dei The Cadets.

Sei ancora coinvolto nell’attività di percussioni?
Sfortunatamente non sono più coinvolto nel WGI e nel DCI. Nelle ultime città in cui ho vissuto, Las Vegas e Seattle, non ho avuto molte opportunità per insegnare al WGI. Inoltre con la mia carriera da ingegnere non ho più tempo, nel periodo estivo, per seguire il DCI. Se ne avessi avuta l’opportunità, mi piacerebbe molto tornare al WGI e al DCI.

Dove studiavi e dove andavi a scuola?
Ero iscritto all’università di Drexel, studiavo ingegneria meccanica, e ho conseguito la laurea nel 2011. In seguito ho studiato ingegneria biomedica alla Columbus University. Ho studiato anche Design Industriale all’istituto “Pratt” di Brooklyn, e in quegli anni vivevo a New York. Studiare è sempre stato importante per me: sto iniziando ad imparare il russo e spero di ottenere la patente di pilota privato.
Come ti sei interessato all’ingegneria aerospaziale?
Mio papà mi avvicinò all’ingegneria già da piccolo e precisamente all’ingegneria meccanica. Grazie ad un insegnante della Upper Darby ho scoperto di voler studiare Design Meccanico; ma per passare da quella consapevolezza a quella di voler lavorare nel campo aerospaziale, mi è servito molto tempo. Ho comunque avuto una buona preparazione alla Drexel e poi ho seguito per un po’ un corso di medicina, facendo volontariato in un ospedale. In seguito, ho capito che ero più interessato all’ingegneria e ho deciso di fare dei master di ingegneria biomedica. Negli anni dei miei studi alla Columbus University ho approfondito vari temi d’ingegneria, come la manifattura, l’ingegneria tessile, l’ergonomia, la biomeccanica e altri. Dopo la laurea ho avuto l’opportunità di lavorare alla Bigelow Aerospace di Las Vegas e ho progettato sistemi di supporto vitali e meccanismi gonfiabili per gli habitat spaziali. Dopo due anni e mezzo mi sono spostato alla Blue Origin di Seattle.
Com’è lavorare per una compagnia come la Blue Origin? Qual è la tua posizione ufficiale nella compagnia?
Semplicemente è un lavoro da sogno. La mia posizione ufficiale è quella di ingegnere aerospaziale nel gruppo di “Fluids Systems design”. Questo significa che lavoro su sistemi criogenici e pneumatici per razzi e capsule dell’equipaggio. I razzi possiedono alcuni dei più esigenti parametri che si possano immaginare. L’idrogeno e l’ossigeno, che usiamo per il carburante dei razzi, sono immagazzinati ad una temperatura di circa -300 gradi Farenheit. I materiali e l’elettronica non reagiscono bene a queste temperature, quindi dedichiamo molto tempo nel progettare sistemi che possano gestire temperature estreme. Proprio adesso sto lavorando su delle valvole capaci di operare a queste temperature.
Lavorare alla Blue Origin è tutto ciò che speravo di ottenere per la mia carriera. C’è una grande atmosfera imprenditoriale nello studiare i voli nello spazio e approfondire nuove tecnologie. Nonostante la tecnologia dei razzi esista da oltre 60 anni, molti dei problemi che affrontiamo sono stati trattati solo una o due volte nella storia e in alcuni casi mai: la Blue Origin fa un lavoro fenomenale nell’affrontarli. La cultura è tutto per noi, quindi possedere un vero gruppo di persone unite è importante tanto quanto trovare delle persone intelligenti. Proprio come nel WGI, il fattore più importante è avere un gruppo unito che lavora bene dove ognuno studia e spinge l’altro a realizzare qualcosa di sorprendente.

Quando nacque il progetto della capsula New Shepard? È un progetto a cui si stava già lavorando o è stato promosso con il tuo arrivo nella squadra?
Il progetto “New Shepard” esisteva già da anni. Sono entrato a far parte della Blue Origin solamente 3 mesi fa, quindi sono nuovo all’interno del progetto. Penso che una delle cose migliori del lavorare nella Blue Origin sia che non si preoccupano nel dare responsabilità a membri nuovi. Sono stato estremamente fortunato, perché mi è stato permesso di viaggiare in Texas per avere a che fare con i motori e più recentemente fare dei test di volo e atterraggio.

Perché questo è una tappa fondamentale per i viaggi spaziali?
La Blue Origin fu la prima compagnia a far ritornare un razzo sulla Terra, dopo averlo fatto viaggiare nello spazio. Di certo ci sono delle obiezioni su questo, ma essere stati i primi nel realizzare qualcosa è un grande onore. È stato il sogno di molti ingegneri per oltre 60 anni. Atterrare è incredibilmente difficoltoso e richiede nuove tecnologie, come ruote speciali, nuovi motori e software molto avanzati.
Come procederanno i piani alla Blue Origin? Cosa ci possiamo aspettare dalla compagnia?
La Blue Origin ha dei progetti eccitanti per gli astronauti. Dopo vari test di volo inizieremo ad inviare persone sulla capsula New Shepard. Questi passeggeri fortunati riceveranno le ali di ufficiale astronauta oltrepassando il limite dei 100 km di altitudine, che a livello internazionale è riconosciuta come divisoria tra atmosfera e spazio. Oltre alla New Shepard, stiamo iniziando a lavorare su un razzo orbitale che lanceremo in Florida, e stiamo sviluppando una collaborazione con la United Launch Alliance (ULA) per fornire motori di razzi che elimineranno la nostra dipendenza dalla Russia. Cliccate sul nostro sito per scoprire le news e lasciare commenti, www.blueorigin.com

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Può sembrare un cliché, ma voglio essere un astronauta e ho intenzione di presentare, fra pochi mesi, la mia candidatura alla NASA. Se non verrò accettato, vorrei continuare a progettare razzi per il resto della mia carriera. So che ho solo 27 anni, ma non potrei immaginare di fare altro se non lavorare nell’industria aerospaziale.
Come le tue esperienze nei gruppi IP e nei DC hanno influenzato la tua carriera?
Non sarebbe sufficiente dire che il WGI e il DCI hanno cambiato completamente la mia mentalità in modo positivo. Sono stato in grado di studiare presso grandi insegnanti e tutti loro hanno avuto un ruolo importante nel raggiungimento dei miei obiettivi. Le richieste fisiche e psicologiche dell’attività di marcia mi hanno permesso di affrontare qualsiasi situazione e andare contro a varie difficoltà, superandole. Ho imparato cosa serve per avere successo a livelli alti e cosa devo fare per prepararmi.

Quali sono le ultime parole che vorresti dire a chi sta cercando un equilibrio fra la sua carriera di vita e l’attività marching a livelli competitivi?
Trovate ciò che vi appassiona e seguitelo. Non c’è da preoccuparsi se una certa attività possa aiutare o no la vostra carriera. Se ne siete appassionati, fatelo vedere. Essere coinvolti in attività marching ha molti benefici. Ho sempre pensato che in DCI si impara una certa etica e morale del lavoro che non è possibile trovare altrove. Non saprei dire dove sarei oggi senza aver fatto il WGI e il DCI. Inoltre, per chi ha davanti circa cinquant’anni da dedicare alla propria carriera lavorativa, dedicarne uno o due (o cinque) all’attività marching cambierebbe enormemente in positivo la propria vita e aiuterebbe al formarsi delle giuste competenze umane necessarie per avere successo, qualsiasi sia la strada che si decide poi di intraprendere.

Articolo di Silvia Ripamonti